23 lug 2012

INCI: Che cos' è? Come si interpreta un INCI? Cosa evitare nei cosmetici? GUIDA PER UN ACQUISTO E CONSUMO CONSAPEVOLE



COSA E' L'INCI?



INCI è un acronimo e sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, è una denominazione internazionale utilizzata per indicare in etichetta i diversi ingredienti del prodotto cosmetico. Viene usata in tutti gli stati membri dell’UE, così come in molti altri paesi nel mondo, tra cui ad esempio USA, Russia, Brasile, Canada e Sudafrica.

Dal 1997 è obbligatorio che ogni cosmetico immesso sul mercato riporti sulla confezione l'elenco degli ingredienti in esso contenuti usando la denominazione INCI, scritti in ordine decrescente di concentrazione al momento della loro incorporazione.
Al primo posto si indica l'ingrediente contenuto in percentuale più alta, a seguire gli altri, fino a quello contenuto in percentuale più bassa. Al di sotto dell'1% gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.

La nomenclatura INCI contiene alcuni termini in latino (riferiti ai nomi botanici e a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea; ad esempio "prunus amygdalus dulcis oil" sta per "olio di mandorle dolci") mentre la maggioranza è in inglese; nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (es. CI 45430).

Fanno eccezione i coloranti per capelli, che devono sempre essere indicati col loro nome chimico inglese.

L’adozione della lista degli ingredienti dei prodotti cosmetici, da elencare attraverso l'impiego del codice INCI, rappresenta una utile informazione per la tutela al consumatore. Lo scopo del codice INCI è infatti prioritariamente quello di permettere alle persone allergiche di identificare facilmente la presenza della sostanza alla quale sono allergici all’interno del prodotto prima del suo impiego, in qualunque parte d’Europa (e spesso del mondo) si trovino.

Ricapitoliamo i punti chiave per interpretare un INCI:

Il primo ingrediente indicato è quello presente in % più alta, a seguire quelli in ordine decrescente di concentrazione.

Al di sotto dell'1% di concentrazione nel cosmetico gli ingredienti possono essere indicati in ordine sparso.

Il nome in latino si riferisce al nome botanico dell'ingrediente di derivazione vegetale che non ha subìto processo chimico. Il nome è in latino proprio per indicare la loro provenienza naturale.

Vengono indicate con un nome inglese quelle sostanze prodotte in laboratorio e che hanno quindi subìto un processo chimico.

Le sigle C.I. (Colour Index) seguite da numeri specifici identificativi indicano i coloranti ed in genere li troviamo alla fine dell'Inci, tranne i coloranti per capelli che sono indicati con il loro nome chimico inglese.

I prodotti cosmetici, i detergenti, le creme, i dentifrici, nascondono "segreti" incredibili, anche se scritti sull'etichetta, il problema è: decifrare ciò che è celato dietro nomi strani e sigle, perché la prima difesa della nostra pelle è imparare a leggere l’INCI ovvero l’elenco delle sostanze presenti nei prodotti. 

La regola numero uno, che ci salva in moltissime occasioni, è che il nome, l’immagine e la pubblicità spesso non dicono la verità, non lasciamoci ingannare dai titoli che contengono parole come “natura”, “bio”, possono rivelarsi veri e propri specchietti per le allodole, delle “sòle” a volte persino molto costose. Imparare a leggere un INCI ci aiuta a diventare consumatori responsabili verso il nostro corpo e verso l'ambiente!

FONTE

fonte img: http://www.wellme.it/approfondimenti/come-fare-per/4575-ingredienti-cosmetici-inci

COSA EVITARE NEI COSMETICI

Osserveremo adesso da vicino quali sono gli ingredienti da evitare assolutamente nei cosmetici ed i loro effetti a breve e lungo termine sulla nostra pelle.  Rimarrete sbalorditi nel constatare come questi ingredienti siano altamente diffusi anche nei cosmetici dei marchi più famosi e conosciuti (perfino in quelli che si definiscono “naturali”) ed anche in prodotti venduti per la cura della pelle dei bambini.

I PETROLATI (finta idratazione-potere occlusivo-blocco della traspirazione cutanea).

Inci name:
PETROLATUM - MINERAL OIL - PARAFFINUM LIQUIDUM-VASELINA-CERA MICROCRISTALLINA-ISOPARAFFINA-PETROLEUM JELLY

Il petrolato attualmente è quasi sempre ai posti più alti dell'INCI nei cosmetici.
La paraffina è ricavata dal petrolio ed è il nome corrente dato a una miscela di idrocarburi solidi, in prevalenza alcani, le cui molecole presentano catene con più di 20 atomi di carbonio. 
La paraffina liquida e il suo derivato cera microcristallina sono molto usate nel settore cosmetico come agente filmante, esse danno una sensazione di levigatezza.
In virtù del loro potere filmante hanno una forte azione antidisidratante ma hanno anche un forte potere occlusivo per i pori della pelle. La corretta traspirazione cutanea rischia di venire quindi compromessa così come il suo delicato equilibrio microbiologico.
La traspirazione cutanea è una cosa fisiologica ed utile, nelle quantità normali. Troppa, naturalmente, può seccare la pelle, ma basta già un olio o un burro vegetale per ridurla senza bloccarla del tutto.
Idratando la cute con una crema a base preponderante di petrolati si rischia un eccessivo imbimbimento e macerazione dello strato superficiale, che deve contenere, se in salute, un 10% di acqua, non di più.
Inoltre, il petrolato è presente nella maggior parte dei prodotti per neonati, soprattutto perché costa pochissimo e non ha odore. Normalmente non dà allergie ma il problema è che forma un film occlusivo sulla pelle. È stato riscontrato che spesso i neonati che ne vengono spalmati sviluppano infezioni batteriche sulla pelle in quanto sotto lo strato di "plastica liquida" i batteri proliferano. Spesso i neonati affetti da sudamina ricavano benefici se al posto di paste petrolifere iniziano ad usare prodotti non occlusivi.
La Direttiva sostanze pericolose della CEE n.67/548/CEE e le sue successive modifiche, stabilisce una chiara catalogazione tra i derivati del petrolio, tra i cancerogeni e i non. La vaselina (paraffina molle) è classificata come cancerogena cat.2, a meno che non ci sia certezza che l'olio di base dalla cui raffinazione e lavorazione è derivata non lo sia perché non contiene alcuna impurità. I fornitori di paraffina e vaselina per uso cosmetico devono dare garanzia di non fornire vaselina di categoria 2 cancerogena per le impurità contenute, e ottemperando alla direttiva 2003/15/CE settima modifica, devono fare dichiarazioni certificate di produrre con olii base che non contengano più del 3% di impurità pericolose.
Le sostanze cancerogene di categoria 2 non possono essere utilizzate nei prodotti cosmetici. In aggiunta alla conformità della Farmacopea Europea, i fornitori dovranno dare l'assoluta certezza che la loro materia prima non è cancerogena secondo la Direttiva Sostanze Pericolose.

Esistono quindi due vie:

a) Il fornitore garantirà di essere a conoscenza dell'intero processo di raffinazione delle materie prime utilizzate nella produzione della vaselina con relativo e comprovante certificato di analisi.

b) Oppure il prodotto deve essere ottenuto da sostanze appartenenti ai due gruppi non cancerogeni (olii altamente raffinati, paraffine e cere idrocarburiche).
Per questo problema, unito alle sue caratteristiche di occlusività e non biodegrabilità, è un prodotto che andrebbe utilizzato con indicazioni precise, in sedi precise. Ad esempio nei farmaci (pomate curative dove una lesione non deve entrare in contatto con i batteri dell'ambiente e il principio attivo deve rimanere in loco senza essere dilavato da sudore o assorbimento della crema da parte della pelle) e in situazioni che richiedono una barriera totale.

I petrolati comunque possono essere cancerogeni per via delle impurità che possono contenere.

Alternativa?
Olii e Burri Vegetali

FONTE:
ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE DI ECODERMATOLOGIA
(sito curato da dermatologi, medici specialisti)

SITO SAICOSATISPALMI

IL CARBOMER (Inci name)

Il carbomer è un gelificante a base petrolifera;  non è biodegradabile. 
Nel sito "ecobioplanet" il carbomer è elencato tra gli ingredienti da evitare nell'acquisto di cosmetici e detersivi: “il carbomer assieme a radici quali crosspolymer o acrylate(s) o styrene o copolymer o nylon: sintetici e derivati petroliferi”.

 FONTI DI INFO:
http://www.my-personaltrainer.it/Cosmesi/Ingrediente/Carbomer.html
http://ecobioplanet.blogspot.it/2008/02/cos-l-inci.html

I SILICONI (sostanze illusorie, ingannevoli).

Conosciuti da decenni, solo agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quindi da poco meno di vent'anni, sono stati introdotti massicciamente nelle preparazioni cosmetiche. Sono composti che non si trovano in natura, a base di silicio; se la natura produce tutta una serie di composti a base di carbonio, l'uomo ha prodotto in laboratorio analoghe sostanze a base di silicio, capaci di creare lunghe catene di legami chimici e dalle caratteristiche molto differenti.
Tutti conoscono il silicone che si utilizza per le impermeabilizzazioni e per il fissaggio di materiali edili, si sa che il silicone viene utilizzato per protesi estetiche, ma meno conosciuto è il suo uso in cosmesi. Eppure gran parte dei prodotti cosmetici lo contengono, per le caratteristiche peculiari che ha. 

Esistono moltissimi tipi di siliconi cosmetici, che vanno da quelli ciclici, con struttura ad anello, che sono pochissimo untuosi ed evaporano in poco tempo (cyclomethicone, cyclopentasiloxane, cyclohexasiloxane), a quelli mediamente unti e che non evaporano (dimethicone e composti) a quelli molto untuosi e pesanti, come il dimethicone copolyol

Sono sostanze cha hanno ottime caratteristiche per il formulatore cosmetico, il quale considera che:

sono leggeri e non danno la stessa sensazione di untuosità dei grassi vegetali;

conferiscono un'impareggiabile tocco setoso sulla pelle;

sono resistenti al calore e all'ossidazione, e non forniscono terreno di coltura per i batteri;

abbattono la schiuma, ovvero evitano il formarsi della scia bianca mentre si spalma una crema, anche in percentuali molto basse;

non danno allergie, non penetrano all'interno della pelle;

sono idrorepellenti;

aumentano la performance dei filtri solari sia chimici che fisici;

Con essi, quindi, si possono formulare per esempio creme solari che resistano all'acqua, creme viso che diano un'immediata sensazione di efficacia a causa dell'effetto seta che donano alla pelle dove vengono spalmati, creme corpo non untuose ma vellutanti, prodotti per capelli che lucidano e non appesantiscono, fondotinta che si spalmano in un velo uniforme con ottima resa cosmetica.

Utilizzati al posto degli emollienti vegetali nelle creme hanno il difetto di non penetrare e non essere complessati in alcun modo dalla pelle, non nutrire affatto. E di questo si accorge chi si applica creme siliconiche convinto di fare bene alla pelle, che invece si disidrata sempre più. 

Spesso vengono utilizzati per mascherare formulazioni scadenti, povere di principi attivi: danno appagamento immediato con la sensazione di pelle setosa, ma il cosmetico altro non fa. 

Utilizzati sui capelli danno buoni risultati estetici alle prime applicazioni, poi la chioma, appesantita da siliconi che si depositano e non riescono ad essere lavati via, diventa floscia e senza corpo. 

Sembra che i siliconi più leggeri (quelli ciclici) secchino particolarmente la pelle dove vengono applicati e siano particolarmente controindicati in caso di pelli che necessitano di idratazione, ma per ora non ci sono studi in merito, solo evidenze cliniche di dermatologi attenti e testimonianze raccolte presso le utilizzatrici di cosmetici di questo tipo. 
Infine, con un occhio all'eco-compatibilità, i siliconi non sono assolutamente biodegradabili, finiscono negli scarichi fognari tal quali e poi si accumulano nell'ambiente. 

Occhio quindi alla presenza in INCI di dimethicone, cyclomethicone, dimethiconolo, ecc... La maggior parte degli elementi siliconici terminano per “one” o “-siloxane”, cetyl dimethicone, phenyl dimethicone, amodimethicone, cyclopentasiloxane.

FONTE 

CONSERVANTI

I PARABENI

I parabeni sono presenti in shampoo, creme idratanti, creme solari, deodoranti, prodotti per l'igiene dei bambini, addirittura nei prodotti cosiddetti "naturali" o "organici"... ma sono sicuri?
I parabeni sono un gruppo di elementi chimici usati in molti cosmetici e farmaci come dei conservanti. Questi composti e i loro sali vengono impiegati principalmente per le loro proprietà battericide e funghicide.

I sei principali parabeni che si possono trovare nelle formulazioni in commercio sono:
methylparaben, ethylparaben, propylparaben, isobutylparaben, butylparaben, e benzylparaben (Inci name). 

Si possono trovare negli shampoo, nelle creme idratanti, nei deodoranti anti-perspiranti, nei gel da barba, nei farmaci topici (da applicare sulla cute), nelle creme solari, nei prodotti per l'igiene dei bambini e nel dentifricio. Alle volte vengono anche impiegati come additivi nei cibi.

La loro efficacia come conservanti combinata al loro basso costo probabilmente spiega come mai siano così spesso usati.
Tuttavia, l'utilizzo dei parabeni è diventato oggetto di controversia e alcuni sostengono la necessità di evitarne l'uso quotidano.

I parabeni: nocivi o sicuri?

É stato dimostrato che i parabeni penetrano nella pelle e possono essere rintracciati nel sangue anche per qualche minuto dopo l'applicazione. Inoltre, l'uso cosmetico di queste sostanze comporta la penetrazione nei tessuti corporei senza il passaggio attraverso il processo digestivo, per cui queste sostanze permangono intatte all'interno del tessuto.

Uno studio condotto dalla dott.ssa Dabre e da un team di ricercatori dell'Università di Reading, ha scoperto la presenza di parabeni nel tessuto mammario di 18 su 20 pazienti che soffrivano di tumore al seno. Secondo la dott.ssa Dabre, la presenza dei parabeni nel tessuto cancerogeno della mammella è un fatto da non sottovalutare, poiché è stato dimstrato come i parabeni possano mimare l'azione degli estrogeni e farebbero parte quindi di quella classe di sostanze chimiche denominate xenoestrogeni. 

Purtroppo, a causa delle dimensioni ridotte, lo studio della dott.ssa Dabre non è sufficiente per stabilire una correlazione certa fra parabeni e tumore alla mammella. Tuttavia, lo studio è sufficiente a dimostrare che queste sostanze si accumulano nei tessuti.

Un altro studio è stato condotto per verificare la relazione fra parabeni e danneggiamento cutaneo.
Alcuni ricercatori giapponesi hanno studiato gli effetti del metilparabene (methylparaben), comunemente usato come antisettico in molte preparazioni cosmetiche.

Questo ingrediente, che già nel passato era stato collegato a allergie cutanee e sensibilizzazioni della pelle occasionali, è al momento presente in almeno 3559 prodotti cosmetici, così come evidenziato dal Enviromental Working Group.

É contenuto in numerosi prodotti che vengono usati quotidianamente, compresi prodotti per la cura e lo styling dei capelli, cipria, fondotinta, latte solare e, addirittura, prodotti anti-età.

Il team di ricerca ha applicato il metilparabene sulla pelle dei soggetti sottoposti al test in quantità simili a quelle contenute nei prodotti cosmetici. Quidi la pelle è stata esposta a 30 millijoules di raggi ultravioletti per centimetro quadrato, una quantità pari a quella media di esposizione durante la stagione estiva.
Dal test è risultato che circa il 19% delle cellule cutanee esposte era morta, mentre il tasso di mortalità delle cellule cutanee dove non era stato applicato il metilparabene era di circa il 6%.

L'industria cosmetica assicura che i parbeni sono assolutamente sicuri e sostiene che è necessaria una approfondita ricerca che provi il contrario.

D'altro canto però non sono mai stati condotti degli studi sugli effetti di lungo peridoo di nessuno di queste sostanze, per non parlare degli effetti di 10, 20 o 100 sostanze chimiche che interagiscono nel corpo.

I parabeni sono necessari?

Tralasciando per un momento la questione se i parabeni siano sicuri oppure no, l'altra domanda che si pone è se l'utilizzo dei parabeni sia necessario.

Secondo alcuni produttori di cosmetici organici, i parabeni non sarebbero necessari, in quanto le tinture estratte da erbe organiche di alta qualità e con alcol organico si conservano per minimo 2-3 anni. Per esempio, un olio per il corpo organico al 100% contenente esclusivamenye olii organici di girasole, burro di cacao, noce di cocco, menta e menta piperita può avere una durata lunga fino a 18 mesi.

Naturale non significa privo di parabeni!

La crescente consapevolezza e la richiesta di prodotti cosmetici naturali, privi di sostanze chimiche nocive, ha creato una fiorente industria di prodotti cosmetici naturali o ecologici.

Ma la parola “naturale” o “organico” che compare sulle etichette dei prodotti cosmetici spesso significa che è naturale o organico all'1%. Inoltre, supponendo che tali prodotti siano anche al 95% naturali o organici, scorrendo la lista degli ingredienti contenuti, ci si accorge che spesso i parabeni sono fra questi.

Per fortuna, a tutela e soccorso del consumatore sono nati delle campagne di informazione ad opera di altri consumatori, fra cui Women's Voices for the Earth, (www.womenandenvironment.org), The Campaign for Safe Cosmetics, (www.safecosmetics.org), e The Environmental Working Group (www.ewg.org).

Inoltre, sono stati fondati dei siti che riportano una lista degli ingredienti contenuti nei cosmetici e ne indicano il grado di dannosità. In particolare, segnaliamo il Biodizionario (www.biodizionario.it) e Skin Deep (www.cosmeticsdatabase.com).

FONTE

IMIDAZOLYDINIL UREA 
(inci name)

Funzione: conservante. 

Perchè è da evitare?

Non è biodegradabile;

E' fortemente allergizzante;

Può rilasciare formaldeide;

Quando la concentrazione nei prodotti cosmetici supera lo 0,05%, l’Imidazolidinyl Urea può cedere formaldeide, una sostanza potenzialmente cancerogena, irritante sulla cute e che può dare delle reazioni di sensibilizzazione. Evitare anche Diazolidinyl urea, come il precedente, ma più forte, ed il Triclosan potenzialmente cancerogeno, il DMDM Hydantoin anch'esso rilascia formaldeide, il Methylisothiazolinone ed il Methylcloroisothiazolinone  allergizzanti, il Triethanolamine che rilascia nitrosammine (cancerogene e forse mutagene).

FONTE

TETRASODIUM EDTA
(inci name)

Il tetrasodium EDTA è un chelante, ovvero ha la funzione di reagire e formare complessi con ioni metallici che potrebbero alterare la stabilità e/o l’aspetto dei cosmetici stessi.

In pratica "sequestra" i metalli, ma così facendo li rende disponibili per essere disciolti in acqua. Quindi i residui di cosmetici che finiscono nelle acque, provocano un aumento dei metalli presenti in esse. Con conseguente intossicazione della fauna marina (e di chi se ne nutre).

FONTE

BHT
(inci name)

Il BHT (Butilidrossituoluene) è utilizzato in un’ampia gamma di formulazioni cosmetiche come antiossidante per preservare dall’ossidazione gli ingredienti stessi della formulazioni, in particolare gli oli, dalla degradazione. Viene impiegato in concentrazioni variabili comprese tra 0,0002% e 0,5%. Di norma il BHT viene associato a molecole che ne impediscano l’ossidazione, come ascorbil palmitato, acido citrico o lecitina. È più efficace se impiegato in combinazione con altri antiossidanti.
Il Cosmetic Ingredient Review (CIR) ha stabilito dei limiti di dosaggio per questa sostanze ( 0,5 % max) a causa del suo dubbio profilo tossicologico e del potenziale potere irritante su cute e mucose a concentrazioni più elevate.

FONTE

QUATERNIUM 15
(inci name)

È costituito da un sale di ammonio quaternario. Conservante e antisettico viene usato anche come disinfettante e deodorante in detergenti e deodoranti. Rilascia formaldeide, è tossico e produce sensibilizzazione. 

KATHON 
(inci name)

È un conservante e battericida di sintesi ad ampio spettro, attivo anche a bassi dosaggi, è considerato un forte sensibilizzante. Non è ammesso in campo farmaceutico.

FONTE:

TENSIOATTIVI

SLES ed SLS

Il Sodium Lauryl Sulfate (SLS) e il sodium laureth sulfate (SLES) sono tensioattivi, ovvero sostanze che “sciolgono” lo sporco e lo fanno scivolare via con l’acqua. SLS e SLES sono tensioattivi molto utilizzati in tutti i prodotti per la detergenza, come shampoo, bagnoschiuma, detergente intimo, sapone liquido, gel detergenti e così via. Su questi tensioattivi, definiti “primari”, circola ogni genere di notizia e spesso si crea allarmismo.  Quello che possiamo dire è che:

Il Sodium Laureth Sulfate (SLES) contiene alcune molecole di derivazione petrolifera, per questo il “biodizionario” gli associa un pallino rosso. E’ un tensioattivo economico, per questo comunemente utilizzato come tensioattivo primario in diversi prodotti per la detergenza come shampoo, bagnosciuma, detergenti liquidi. E’ caratterizzato da un potere irritante elevato che aumenta con la concentrazione. La tollerabilità cutanea è tuttavia superiore rispetto al suo omologo (SLS).

Il Sodium Lauryl Sulfate (SLS) possiede un’ottima capacità schiumogena e detergente, ma è molto aggressivo se presente come unico tensioattivo nella formulazione.
L’uso prolungato di prodotti contenenti SLS e SLES provoca la disidratazione della pelle e dei capelli ed alterazione del film idrolipidico. E’ consigliabile associarli sempre a tensioattivi maggiormente eudermici, come le betaine o tensioattivi lipoproteici, che ne riducono l’aggressività. 

Le betaine sono tra i tensioattivi più utilizzati per ridurre il potere irritante di SLES e SLS, in particolare:

Cocamidopropyl Betaine: è un tensioattivo anfotero di origine sintetica ottenuto a partire  dall’olio di cocco e dalla betaina, un aminoacido. E’ un tensioattivo indicato per la formulazione di tutti i prodotti per la detergenza, anche di quelli specifici per pelli sensibili e delicate poiché ha  un basso indice di irritazione ed è considerato un ingrediente sicuro. La sua caratteristica principale è quella di ridurre l’aggressività dei tensioattivi primari, in particolare di SLES e SLS.

Evitiamo dunque per gli usi frequenti e se non accompagnati da tensioattivi meno aggressivi: Sodium Lauryl Sulfate (SLS), Amonium Lauryl Sulfate, TEA-lauryl sulfate, Magnesium Laureth sulfate, MEA Laureth Sulfate, SLES.

FONTE

MEA/TEA/DEA 
(amine e amino derivati). 
Sono sostanze che contengono Monoethanolamine (MEA), Triethanolamine (TEA), Diethanolamine (DEA). Penetrando nella pelle possono dar luogo alla formazione di nitrosamine (sostanze cancerogene) e a loro depositi residuali. Si tratta di acidi grassi di sintesi o ricavati dall'olio di cocco utilizzati come emulsionanti e/o schiumogeni. Presenti in cosmetici, detergenti, shampoo e condizionatori, queste sostanze si trovano combinate sia fra loro, sia con altri tensioattivi o emulsionanti e sono facilmente assorbite dalla pelle. Sono inoltre sensibilizzanti, tossiche e disidratanti. Favoriscono la formazione di acne e forfora. 
Appartengono a questa categoria:
Cocamide DEA, Oleamide DEA, Lauramide DEA . 
Cocamide TEA, Oleamide TEA, Lauramide TEA . 
Cocamide MEA, Oleamide MEA, Lauramide MEA . 
Linoleamide DEA
Myristamide DEA
Stearamide DEA
DEA-Cethyl Phosphate
DEA-Oleth-3 Phosphate
TEA-Lauryl Sulfate
Thiethanoamine

FONTE:

EMULSIONANTI

POLYETHYLENEGLYCOLE (PEG) e PROPYLENE GLYCOL (PPG)
(derivati tramite processo di etossilazione da gas tossici come l'ossido di etilene, tossico per inalazione e potenzialmente cancerogeno ed irritante delle vie respiratorie)

I PEG sono polimeri sintetici derivati dall’ossido di etilene. Questi polimeri possono essere
legati ad una grande varietà di molecole per dare vita ad una larga gamma di ingredienti cosmetici. Un numero più alto significa un più elevato livello dietossilazione, ovvero molecole più grandi, generalmente più solubili in acqua. La famiglia dei PEG può contenere tracce di oxirane, che può formare 1,4-dioxane, una sostanza cancerogena e mutagena.

Il Propylene glycol (PPG) può penetrare negli strati profondidella pelle e funge quindi da trainante per altri ingredienti. È una sostanza sintetica che può causare dermatiti e allergie da contatto in alcuni individui).

FONTE

Questa lista di prodotti nocivi per la salute e l’ambiente, non è stata creata con “l'intenzione di spaventarvi”, semplicemente si vuol cercare di far capire quali sono i prodotti più sicuri da usare e spingervi verso un consumo consapevole dei cosmetici, preferendo quelli naturali, biologici, equosolidali e che non siano stati testati su animali. Ci sono tanti eco-shop dove poter trovare ottimi cosmetici naturali con ottimi INCI se non ci si vuole cimentare nell'autoproduzione oppure si possono trovare cosmetici bio e dermocompatibili anche su ottimi siti per l'acquisto online e in negozi di alimentari bio. Ricordiamo inoltre che in questo blog non recensiamo INCI di prodotti,  questo articolo espone solo delle linee guida per sviluppare una consapevolezza critica nel consumatore e renderlo più attento.

fonte img: http://rimedinaturali.blogosfere.it/galleria/2010/02/cosmetici-naturali-faidate-panetto-detergente-con-prugne-sesamo-e-cannella.html/1

STRUMENTI WEB PER VALUTARE GLI INCI

IL BIODIZIONARIO: PRO E CONTRO

INCI ANALYZER DEL BIODIZIONARIO


Il “biodizionario” è uno strumento online che permette di analizzare gli ingredienti del nostro prodotto cosmetico e valutarne gli aspetti eco-bio. Ogni ingrediente è associato ad un bollino di diverso colore : rosso giallo o verde, come un semaforo, per vedere se l’ingrediente è da evitare, più o meno accettabile,  o se va bene. Ma cosa più interessante, secondo me, è sapere se quell’ingrediente è un profumo, un tensioattivo, un principio attivo ecc… per conoscere la sua funzione nella formulazione.

PRO

L’ingrediente viene giudicato da diverse angolazioni, per cui, se la sostanza è di sintesi e viene preparata con un processo di produzione poco ecologico, ma svolge funzioni importanti all’interno del prodotto,  non viene comunque “bocciata”.
Come approccio iniziale il Biodizionario è un buon punto di partenza per una cultura cosmetica consapevole, si prende confidenza con la materia e si iniziano a conoscere gli ingredienti e le loro funzioni.

CONTRO

Il biodizionario non tiene conto del dosaggio delle sostanze, scatenando il panico in quanti analizzano per la prima volta un prodotto. Potrebbero esserci anche 10 sostanze inquinanti che insieme non formano nemmeno l’ 1% del prodotto, ma il biodizionario le inquadra subito rosse.
L’ingrediente viene lapidariamente bollato, ma non viene fornita alcuna spiegazione riguardo il criterio di valutazione dello stesso. E’ rosso, ma perché è rosso? i criteri di valutazione riguardano essenzialmente la biodegradabilità, la dermocompatibilità e la naturalità della sostanza, ma un conto è un bollino rosso per un prodotto non biodegradabile o che deriva da animali, un’altra cosa è la tossicità o il rischio di allergie.

FONTE

Altro utile sito per controllare gli INCI dei cosmetici e le funzioni ed i rischi dei componenti, anche se in lingua inglese è: http://www.ewg.org/skindeep/


Creazione
DARIO&SIMONA


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Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare. Si declina ogni responsabilità per allergie individuali verso gli ingredienti descritti.  

6 commenti:

  1. EH si che è importante sapere cosa troviamo nei prodotti che compriamo, ma oggi non sappiamo neanche cosa troviamo nel cibo che mangiamo, chissà quante sostanze tossiche abbiamo ingerito o ci siam spalmati sulla pelle, mi fa piacere che c'è ancora chi sceglie accuratamente gli ingredienti per un autoproduzione artigianale!!! In questi giorni ho sperimentato i benefici del Cocco come frutto, ho conservato l'olio che userò per idradare la pelle è ottimo, penso che sperimenterò il tuo profumo compatto aggiungendo qualche fragranza deve essere comodo da portare in borsa e super morbidoso da spalmare sulla pelle !! poi magari me lo fai provare fatto dalle tue manine, mi sà che ti farò una lista dei prodotti che vorrò provare!!

    RispondiElimina
  2. Cara Monica, quando vuoi ti faccio provare tutti i prodotti che vuoi...è solo un piacere!!!
    Simona

    RispondiElimina
  3. Risposte
    1. Grazie carissimo, sono contento che ti sia stato utile!!!
      Alla prossima
      Dario

      Elimina
  4. Interessantissimo!!! Fate anche cure dietetiche?

    RispondiElimina

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